Il giubbotto in pelle da aviatore nacquero quasi contemporaneamente all’aviazione. Chiaramente non esisteva ancora un abbigliamento specifico, addirittura molta tecnologia dei primi aerei derivava dalle biciclette e dalle automobili. Inoltre gli aerei non raggiungevano ne’ velocità ne’ altezze proibitive, per cui non non era richiesto niente di più dei normali vestiti.
Col passare degli anni e l’avanzare della tecnologia, si capì che qualcosa di protettivo era necessario.
Maggiori velocità, maggiori altitudini, rombi assordanti, olio motore, vento gelido, erano solo alcuni dei principali “nemici” di un pilota.
I primi aviatori della U.S. Navy (la Marina Militare Statunitense) dovevano personalmente procurare il loro abbigliamento da volo. Nel 1911 infatti, il primo aviatore della U.S. Navy, Theodore Ellison, scrisse in cima al programma dell’Aviazione Navale, di acquistare abbigliamento da volo. L’intera attenzione allora era rivolta al solo aereo. L’abbigliamento in pelle fu la scelta piu’ ovvia, visto che questo veniva gia utilizzato nell’automobilismo e nel motociclismo.
La pelle sembrava il materiale ideale, molto resistente al vento e ad altre intemperie. Gli abitacoli semichiusi arrivarono diversi anni dopo, e non era solamente un problema di design. Agli studenti veniva infatti insegnato come effettuare alcune manovre anche in base all’impatto del vento sul loro viso. Fu questo a convincere per anni piloti e designers che un aereo con abitacolo completamente chiuso non fosse accuratamente governabile.
I giubbotti in pelle diventarono lo standard per gli aviatori durante la prima guerra mondiale. Fino all’avvento dei moderni materiali, come il Goretex ad esempio, nessun materiale oltre la pelle aveva la capacita di resistere alle fredde raffiche di vento, tenere lontana l’umidità dal corpo, essere flessibile e comodo da indossare, resitente e duraturo.
Quando nel Maggio del 1931 presso i magazzini del U.S. Army Air Corps, arrivarono i primi giubbotti in pelle da aviatore, chi venne a contatto con quegli innovativi capi, probabilmente non si rese conto di avere davanti un pezzo di storia. C’erano stati giubbotti prima, ma erano raffazzonati e avevano forme improbabili. Ci sarebbero stati giubbotti dopo, molto pratici ma senz’anima.
A-2 e G-1
Anche se l’A-2 fu il giubbotto ufficiale degli aviatori U.S.A.F. (l’Aviazione Militare Statunitense) per soli dodici anni, e’ comunque rimasto il giubbotto in pelle d’aviatore per eccellenza. E’ tutt’oggi il più commercializzato tra i giubbotti in pelle da volo. Inizialmente era assemblato in pelle di cavallo (horsehide), ma nei primi anni ’40 la domanda per questo tipo di pelle eccedeva la reale possibilità di offerta.
Durante la guerra quindi la pelle usata veniva decisa solamente dalla disponibilità del mercato. L’originale A-2 aveva alcune specifiche che i più moderni A-2 hanno ereditato; la parte posteriore deve essere costituita da un unico pezzo, colletto di pelle, cerniera anteriore centrale. Le spalline avevano il compito di assicurare l’imbracatura del paracadute.
Anche se questo giubbotto era puramente funzionale, ci sono altre considerazioni da fare. Ad esempio le tasche furono progettate in modo tale da evitare che i piloti andassero in giro con le mani in tasca, evidentemente questa pratica gia da allora, non era ben vista negli ambienti militari.
I primi A-2 non erano privi di difetti; erano troppo corti, e la pelle di cavallo era troppo rigida per essere confortevole. Quindi se i piloti dell’ Air Force si accingevano ad avere un equipaggiamento che sarebbe diventato molto ambito perchè quasi da subito fece “tendenza”, i piloti della U.S. Navy non sarebbero stati da meno.
La loro versione, il G-1, fu utilizzato ininterrottamente per quarant’anni. La sua nascita e’ molto più difficoltosa da tracciare. Vi sono fonti discordanti sull’anno del suo concepimento, c’e’ chi parla dell’inizio del 1930, chi della fine dello stesso anno, ma probabilmente fu adottato definitivamente nel 1938 o 1939.
Il giubbotto in pelle d’avitore G-1 si differenzia dall’A-2 per piu’ di un aspetto. L’U.S. Navy ha optato per la pelle di agnello (goatskin) piu resistente alle abrasioni. In una scala di resistenza l’Horsehide si e’ classificata quinta, Goatskin seconda.
Una delle ragioni che l’U.S. Navy utilizzasse pelle Goatskin potrebbe essere che la pelle venisse presa in Persia e Afghanistan attraverso le loro navi. Alcune fonti comunque dubitano che la U.S. Navy importasse autonomamente pelle per i propri scopi.
Il giubbotto G-1 fu dotato di una “doppia piega” retrattile nella parte posteriore, in modo da garantire maggiore liberta di movimento all’interno dell’abitacolo. Esso aveva anche un confortevole colletto di montone, un flap in pelle per chiudere il colletto, una tasca interna per una sorta di computer dell’epoca, l’E6B, che era un calcolatore di distanza.
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