Non poteva mancare una raccolta di alcuni giubbotti utilizzati durante gli anni ’80. Un doveroso omaggio ad un’epoca spensierata che suscita molta nostalgia.
Cosa resterà di questi anni ’80, è una famosa canzone di RAF che ha perfettamente cristallizzato quel decennio.
Erano gli anni dei mondiali dell’82, della caduta del muro di Berlino, delle proteste a piazza Tienanmen e di molto altro.
Probabilmente è rimasto poco di quegli anni, il mondo è infatti cambiato profondamente a causa dell’inarrestabile avanzata tecnologica.
Negli anni ’80 non c’era internet né telefonini. Né Google né Whatsapp. Si chiamava casa dalla cabina telefonica e per beccare un amico si provava a citofonare.
In quel decennio spensierato vi è stata, soprattutto tra i giovani, una maggiore attenzione al vestirsi con abiti firmati. Sono stati gli anni dei Paninari e di tanti marchi poi spariti in fretta come meteore.
Eppure dal nostro punto di vista, quello dei giubbotti, possiamo affermare che qualcosa è rimasto. I giubbotti in pelle Schott sono ancora in commercio per esempio. Per non parlare del bomber, sempre attualissimo. Stessa cosa per il giubbotto Jeans, tornato di moda anche quello con pellicciotto.
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Vediamo quali sono le giacche che più abbiamo utilizzato negli anni ’80.

E’ il fratello maggiore del classico giubbino Jeans, ma più consono ad un uso invernale. Un vero classico dell’epoca che sta tornando di moda.
Si tratta di un giubbotto Jeans completamente foderato in pellicciotto sintetico. Parte anteriore, posteriore, maniche e colletto imbottite con un caldo, bianco, pellicciotto sintetico.
Tra i più venduti ed utilizzati dai giovani dell’epoca sicuramente il giubbino Jeans Levi’s acquistabile a questo link. La Uniform produceva un giubbotto con la grande e indimenticata U verde sul taschino anteriore.
Americanino era una delle giacche Jeans anni ’80 più utilizzate. Più sobrio del concorrente Uniform, infatti solo una piccola etichetta era presente nella parte anteriore.
Anche El Charro aveva una sua versione di giubbotto Jeans invernale. Tuttavia non era imbottito con pellicciotto bianco ma da una fodera grigio/verde. Non poteva mancare la rosa El Charro, rossa e verde, sul taschino sinistro.
Il colletto era invece in pelle color marrone chiaro con una parte della rosa stilizzata per ogni lato.

Henri Lloyd produceva al tempo una giacca impermeabile, disponibile in diverse colorazioni anche piuttosto accese, che ha avuto molto successo negli anni ’80.
Vi erano più modelli molto simili tra loro, o probabilmente lo stesso modello semplicemente che ha cambiato, negli anni, qualche dettaglio.
Era una giacca con lunghezza media, richiudibile con cerniera e bottoni, tue grandi tasche anteriori, un colletto in velluto, cappuccio removibile e un logo piuttosto appariscente nella manica sinistra.
La particolarità di questi giubbotti era la doppia colorazione, ovvero dei richiami a un colore secondario. Le colorazioni erano diverse. Tra le più gettonate la verde/viola, blu/verde, viola/verde, azzurro, verde acqua, giallo e molte altre.
Erano comunque giubbotti pregiati e assemblati con tessuti molto tecnici. Ricordiamo che Henri Lloyd è un’azienda specializzata in prodotti per velisti ed è stata una delle prime ad utilizzare il Gore-Tex nei giubbotti.

Il Moncler è ancora oggi un brand di alto livello e molto seguito dagli amanti del genere. Azienda storica, produce piumini sin dal 1954 cominciando due anni prima con la produzione di attrezzatura tecnica da montagna.
Il piumino Moncler utilizzato negli anni ’80 era l’ambitissimo Grenoble. Come per l’Henri Lloyd venivano utilizzati colori molto vivaci come l’arancione, azzurro, verde, rosso, viola etc. etc. Alcuni erano lucidi. La parte superiore, in corrispondenza delle spalle, era di una diversa tonalità.
Il Grenoble era smanicabile per cui poteva essere utilizzato per diversi mesi l’anno. Il ben conosciuto logo Moncler, in tessuto bianco, si trovava sulla parte sinistra.
Enzo Braschi indossava un Grenoble durante la satirica interpretazione del personaggio del paninaro.

Ed ecco un altro piumino utilizzato negli anni ’80, ovvero il Dolomite a rombi. Sicuramente meno costoso del Moncler, e anche meno ambito, svolgeva comunque egregiamente il suo dovere.
Imbottito con calda piuma d’oca, il Dolomite era, non solo smanicabile tramite zip, ma anche reversibile (o double face). Era quindi utilizzabile da entrambi i lati con il vantaggio di avere due colorazioni differenti. Due giubbotti in uno.
Era dotato di cappuccio removibile, chiusura tramite zip e due grandi tasche frontali. Anche in questo caso, molti i colori disponibili.
Il logo Dolomite, in tessuto di forma rettangolare, era cucito sul lato anteriore sinistro.

Vi abbiamo già parlato, anche abbondantemente, dello Schott 184sm, un mitico giubbotto in pelle prodotto sin dal 1977.
Negli anni ’80 era, per chi poteva permetterselo, già molto utilizzato anche in Italia. Inutile dilungarci su uno dei pezzi storici dell’azienda statunitense.
E’ un bomber in pelle bovina con colletto e imbottitura interna entrambi removibili. Elastico alla vita ed ai polsini, chiusura centrale tramite una lampo robusta e due bottoni alle estremità. Disponibile in due colorazioni, marrone scuro e nero. Negli anni è cambiata la tipologia di pelle utilizzata e qualche dettaglio, tuttavia il modello attuale resta molto simile a quello degli esordi. Piccola curiosità, negli anni ’80 veniva molto spesso veniva indossato in taglie molto grandi.

Ebbene si, anche il Bomber era un giubbotto molto utilizzato negli anni ’80. Come il 184sm è un giubbotto corto con elastico nel girovita e nei polsini ma anche nel colletto. Sulla manica sinistra è normalmente presente un taschino con cerniera. E’ un capo di origine militare, disponibile nei classici colori blu scuro, verde militare, nero e amaranto.
La particolarità di tutti è però di avere l’interno arancione. Il motivo? Doveva essere utilizzato alla rovescia dai piloti che potevano disperdersi durante una missione. In questo modo sarebbe stato più facile individuarli.
La nostra rassegna dei giubbotti più utilizzati negli anni ’80 arriva al termine. Perchè non ci dite che giubbotti utilizzavate negli anni ’80? A voi i commenti.
questo primo giubbotto jeans è un mito.
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Essendo orgogliosamente figlio dei mitici anni 80….posso solo confermare ciò descritto nel vostro articolo,ma con qualche precisazione doverosa da parte mia,
mancano alcune pietre miliari nell’elenco, vuoi per problemi di spazio ,vuoi perchè capi di nicchia, che solo chi è stato investito come me dalla moda paninara comprenderà appieno
.
1) affiancato allo Schott 184sm ci metterei anche il mastodontico B3, e non si può dimenticare il G1 di Avirex nella versione Top Gun (ora trasformato in Cockpit)
2) stesso discorso per Moncler ….succesivamente allo strapotere del Grenoble si affacciò sul mercato un nuovo piumino stragalloso : il Millet vera chicca x pochi ….altro che il Dolomite, che secondo i canoni dell’epoca era very very OUT !!!
3) Come poi dimenticare una vera pietra miliare come STONE ISLAND ,con il suo ICE JACKET, nonchè tutta la sua linea Marina,e il suo gemello CP Company con il millemiglia ed il suo inconfondibile cappuccio con i goggle, due vere icone di style ,che ancora oggi insegnano cosa sia lo style alle generazioni che non hanno vissuto gli anni 80.
Forse mi sono dilungato troppo ,e me ne scuso…..ma la lista è infinita e appasionante per chi come me li ha avuti tutti e li indossa alternandoli ancora oggi quotidianamente !!!
Marco ultimo dei paninari.
Ciao Marco, grazie molte per il tuo preziosissimo commento. Nell’articolo parliamo solo di una piccolissima parte dei giubbotti più utilizzati negli anni ’80. Più utilizzati e non necessariamente più alla moda.
Si potrebbe invece scrivere un bell’articolo sui giubbotti più utilizzati dai Paninari, e credo tu sia la persona più adatta per poterlo fare.
Hai dimenticato di menzionare lo SCHOTT 684SM, il n.1 in assoluto.
molto bello il 684SM ma forse oggi ha la vestibilità un pò ampia soprattutto dietro
il 184sm secondo voi ha un fit un pò più moderno?
Ciao, sapresti per cortesia dirmi perché Moncler negli anni 80 cambio’ il logo con il Gallo e un paio di sci?
Mi serve per una ricerca all’università, grazie
Il giaccone HENRI LLOYD nella prima versione era tutto in tinta unita e non due colori inoltre le tinte erano più sobrie, io ricordo grigi ochiaro, blu scuro e verde scuro (scuro tipo bottiglia, non oliva). Inoltre non aveva il colletto di velluto. Le tasche avevano il taglio più verticale ed erano a filetto.
Il Schott degli ’80 CREDO (non sono sicuro) che fosse il 684SM, in “steerhide leather”, cioé una pelle fortemente patinata e rigida quindi più impermeabile. Credo che la “naked cowhide leather” del 184sm sia stataintrodotta solo dopo.
Il bomber è un classico dei piloti di jet, i 3 colori base erano quelli che avete detto meno l’amaranto che, a quanto mi risulta, è stato introdotto solo dopo, per eseigenze di moda.
Sicuramente da citare anche il cosiddetto “chiodo”, usato già dai ’70 in Italia ma in voga anche negli ’80. E’ il capo che ha reso famosa la Schott sotto la denominazione “Perfecto” che lo ha inventato nel 1928 per i motociclisti e che nei paesi anglosassoni il genere di giubbotto è chiamato “Brando jacket” perché reso famoso negli anni ’50 dal film “Il selvaggio (The wild one)”, con protagonista appunto Marlon Brando nella parte di Jhonny, capo di una banda di motociclisti.
E che dire dei vari parka? Forse meno noti.
Qualcuno ricorda quel giubbotto con un grosso ricamo del,sol levante (bandiera Giappone)?
El Charro aveva invece il giubbotto di jeans con pellicciotto bianco. Lo avevo io e fu uno dei primi modelli prodotti. Le maniche avevano una fodera grigio/verde ed il colletto era in pelle con su ogni lato uno dei ricami che avevamo i jeans sulle tasche posteriori
Articolo bellissimo che fa scendere anche qualche lacrima di nostalgia,descrizione perfetta di come si vestiva soprattutto quina Roma dove i capi da voi elencati li ho avuti tutti,anche il Dolomite per le uscite in cui dovevi avere un capo pratico e che facesse poca gola ai furti (se ti recavi a studiare a casa di qualche amico che abitava in una zona non troppo tranquilla ) e lo adoravo pur avendo sia Moncler che Millet e Schott..
Ci giuro mi fermo.qui poiché sono emozionato ed è troppo bello ricordare quell’ epoca.
Ciao e grazie